Tipologie di piastrelle
9 Ott 2015 - Pavimenti (piastrelle)
Porcellanato, monocottura, bicottura, cotto e clincker
Per poter effettuare la scelta migliore per le piastrelle di casa propria, è utile avere qualche informazione di base sulle varie tipologie di piastrelle e il loro ambito di applicazione (residenziale, commerciale o industriale, da interni o per esterni, ecc).
Le tipologie di piastrelle variano a seconda del tipo di impasto, del tipo di smalto, del tipo di pressatura e e delle tecniche di cottura, ma il criterio ufficiale a livello europeo per la loro classificazione si basa sul grado di assorbimento d’acqua che sintetizza in un semplice dato il grado di ingelività, la resistenza agli urti e alla rottura.
Piastrelle in gres porcellanato
Il gres porcellanato è caratterizzato da un assorbimento d’acqua inferiore allo 0,5%, il più basso tra le varie classi di piastrelle, e ciò lo rende ingelivo e quindi adatto sia per gli ambienti interni che quelli esterni. La principali società produttrici italiane producono un porcellanato ancor più ingelivo con un assorbimento d’acqua inferiore allo 0,1%.
Il ciclo di cottura porta ad una vitrificazione del corpo della piastrelle, da qui il bassissimo assorbimento d’acqua e la sua resistenza non solo al gelo ma anche all’urto. Tra le caratteristiche più salienti del gres porcellanato troviamo anche la elevatissima resistenza all’abrasione, ovvero la resistenza che la superficie oppone alle azioni connesse con il movimento di corpi, superfici o materiali a contatto con essa.
Il gres porcellanato è uno dei materiali ceramici più utilizzati negli ultimi anni, viste le sue particolari caratteristiche che lo rendono adatto a molteplici soluzioni. Si tratta del prodotto per eccellenza della ceramica italiana, le cui industrie hanno diminuito la produzione delle altre tipologie di piastrelle per dedicarsi a questa, più nobile e redditizia.
Questa tendenza produttiva ha spinto le società italiane a pubblicizzare (con successo) il gres porcellanata anche come una materiale da rivestimento e non solo da pavimento.
Le piastrelle in porcellanato sono estremamente compatte e caratterizzate da porosità quasi nulla. Le ottime caratteristiche tecniche ne hanno decretato una grande diffusione per tutti i campi di utilizzo.
Il gres porcellanato può essere smaltato o non smaltato (naturale), colorato in massa o a supporto non colorato. Per il gres sono possibili e frequenti anche successive lavorazioni, quali levigatura, lappatura, rettifica, allo scopo di raggiungere particolari aspetti estetici.
Bicottura e Monocottura
La bicottura, sostituto di quella che un tempo era la maiolica, presenta rispetto a quest’ultima caratteristiche e prestazioni più elevate. Le piastrelle, ottenute tramite doppia cottura (la prima per il supporto e la seconda per lo smalto), sono particolarmente brillanti ma delicate e quindi utilizzate soprattutto per rivestimenti a parete.
La monocottura è caratterizzata da cottura simultanea di supporto e smalto superficiale; dà origine ad un corpo omogeneo che conferisce al prodotto alta capacità di resistenza meccanica ad urti, abrasioni e flessioni.
Il prodotto varia a seconda delle argille impiegate per il supporto: se sono esenti da ferro si ottiene la monocottura a pasta bianca o chiara, dal supporto grigio chiaro o beige; se contengono ossidi di ferro si ottiene la monocottura a pasta rossa. In base al dosaggio dei componenti le piastrelle possono diventare greificate o porose, e quindi sono adatte alle pavimentazioni esterne o interne.
Clincker e cotto
Il clinker (o klinker) è un materiale laterizio ottenuto con la cottura delle materie prime a temperature molto elevate, tali da indurre quasi una vetrificazione del materiale. Tale trattamento rende il materiale particolarmente denso e resistente, e gli conferisce una superficie estremamente dura e non igroscopica.
Il clinker può essere smaltato, non smaltato o vetrificato, ed è caratterizzato da una struttura compatta e da buone caratteristiche di resistenza alle sollecitazioni meccaniche, agli agenti atmosferici e all’usura, che lo rendono adatto a qualsiasi tipo di pavimentazione o rivestimento.
Il cotto è un materiale edile di produzione artigianale o industriale, ottenuto da un particolare trattamento e cottura dell’argilla.
Il cotto è considerato un prodotto di pregio, amato per il suo colore caldo e impiegato, in quanto resistente, per pavimentazioni interne ed esterne. Noto anche come cotto fiorentino, toscano o rustico, è un materiale dal supporto rosso e poroso, non smaltato, ottenuto per estrusione.
Altri materiali per piastrelle
Oltre ai materiali ceramici, ne esistono diversi altri, utilizzati per rivestimenti di pavimenti e pareti, ognuno dei quali presenta specifiche caratteristiche che lo rendono adatto ad un particolare contesto.
Le piastrelle metalliche possono essere di due tipi. Il primo è costituito da piastrelle che possiedono un’anima di legno rivestita da lamine di rame, acciaio e ottone. La seconda tipologia prevede piastrelle composte da resina e sostanze chimiche che una volta cotte formano una superficie simile al metallo. Possono essere utilizzate sia su pareti che su pavimenti.
Le piastrelle in vetro solitamente riscuotono un buon successo nei bagni e nelle cucine; l’importante, nella messa in opera di queste piastrelle, è che si utilizzi un collante trasparente.
Esistono anche piastrelle rivestite in pelle: queste piastrelle vengono incollate sia sui pavimenti che sulle pareti; hanno la particolarità di creare un’atmosfera avvolgente e sono particolarmente adatte in camere, soggiorni e studi.
Infine, si possono citare le piastrelle luminose: non sono altro che pannelli di vetro che possiedono all’interno piccoli LED. Sono molto costose e sono più spesse delle normali piastrelle che comportano l’incassamento nella parete.